giovedì 20 giugno 2013

Random niceties

In questi giorni non ho scattato molte foto, complice il caldo che ha attanagliato questa città. Il mare è a due passi eppure sembra lontanissimo, irraggiungibile.
Perché?
Il mare è uno stato mentale, è la ricerca del relax e del piacere, ed un latente masochismo mi tiene per ora lontano dai lidi, e mi confina dietro un computer o in campagna.
Sto cercando di costruire una compostiera per il mio orto, per farlo ho dovuto schiodare alcune tavole di legno, il risultato è stato parecchie bolle alla mano destra, devo comprare i guanti da lavoro.
Ogni volta lo ripeto come un mantra "comprare i guanti da lavoro", ma la parola lavoro è quanto di più lontano dal mio stato mentale abituale, forse per questo non mi passa mai per la testa di andare in qualche negozio e comprare questi benedetti guanti.
Eppure sarebbero tanto utili.
Cosa centra tutto ciò con la fotografia?
Poco o nulla, per questo motivo pubblicherò foto random.

Provando un pò il contrasto. Il risultato mi sembra una linguaccia primordiale.


Trittico.


Questa statua mi ricorda un pò i film di Orson Welles.


Questa l'avevo scattata a Pentedattilo vecchia.


La casa dei ragni.



domenica 9 giugno 2013

Il viaggio a piedi

Ho fatto due passi in città con Marcello Fauci, è appena tornato da una passeggiata lunga 1200 km, da Milano fino a Crotone.
Il suo progetto Italia a piedi mi ha entusiasmato sin dall'inizio, è devo dire che se scatto qualche foto e la  carico su questo blog è anche per merito suo, tanta ammirazione insomma.
Non è da pazzi imbarcarsi in un impresa del genere, eppure mettersi in marcia senza allenamento per 30/40 km al giorno, senza sapere dove andare a dormire, senza aver programmato quasi nulla, con una macchina fotografica e poco più dietro, sembra una pazzia.
Ma non lo è, e parlando con Marcello ci si rende conto sempre di più che se si ha lo "spirito" di affrontare certe avventure queste non sembrano così impossibili, anzi, sembrano quasi naturali per uno come lui.
La naturalezza di Marcello mi ha stupito, così come le sue foto che sembrano far parte di una memoria collettiva, le sue immagini non sono quasi mai statiche, anche i panorami danno un senso di movimento, le strade, decine, centinaia, sempre diverse, sembrano che non vedano l'ora di essere percorse.
Il senso del viaggio sprizza in ogni immagine, ed è una cosa inconsueta per un mondo che considera "viaggiare" un semplice moto da un luogo ad un altro.
Passeggiando con Marcello per Crotone, meta del suo viaggio, ho avuto la sensazione che quello non fosse il capolinea del suo progetto, ma solo una sosta.
Credo che questa sensazione l'abbia avuta anche lui, e lo si notava dal suo modo di camminare, più da marcia che da passeggiata, ed il suo sguardo sempre attento e rivolto a 360° su ciò che aveva intorno, come se la città in cui è nato e cresciuto fosse a lui sconosciuta.
Forse lo è, ma Crotone è una città particolare, e vivendoci si ha la sensazione come di far parte di un film di David Lynch (sensazione non molto gradevole).
Il problema è che iniziamo a far parte della messa in scena senza accorgercene, lentamente, la città diventa un regista oscuro ed implacabile.
Forse bisognerebbe mettersi in marcia e scappare, ma alla fine si ritorna sempre qui.
Forse.


Marcello in cammino.



Appena tiro fuori la macchina fotografica Marcello me la "strappa" di mano e scatta alcune foto random (fra cui questa), mi rendo conto che il suo viaggio non è ancora giunto a termine.



Lo stesso giorno, salutato Marcello, visito lo studio dell'artista "krotoniate" Covelli. 



Eccolo.



Ed ora qualcosa di completamente diverso.





giovedì 6 giugno 2013

Qualche giorno fa ho assistito ad un concerto del Festival dell'Aurora, un festival di musica classica che si svolge in Crotone nella suggestiva location del promontorio Lacinio nei pressi della Colonna di Capocolonna.
Anni or sono vidi grandi musicisti esibirsi in questo festival, da Ludovico Einaudi a Michael Nyman, ed è oramai tradizione assistere ad almeno uno di quei concerti "notturni" che terminano in genere alle prime ore dell'alba, da qui il nome del festival.

Seduto in prima fila ho scattato qualche foto, ma devo dire che l'orchestra che si è esibita qualche giorno fa non è stata per nulla all'altezza delle circostanze e del luogo.
Il direttore nella presentazione ha dimenticato i titoli dei brani del programma, l'orchestra si è fermata più volte durante l'esecuzione musicale lamentando il fastidio di un venticello che scompigliava i pentagrammi.
Il primo violino per giunta si è lamentato all'indirizzo del pubblico (che ha applaudito al termine di ogni indecorosa esibizione) dicendo a chiara voce "Suonare qui è inumano".

Però malgrado tutto è stata come al solito una bella esperienza, ed ascoltare un pò di musica, anche se suonata in maniera "inumana", alle prime ore dell'alba a Capocolonna è sempre un'esperienza mistica.



Quello fra le nuvole non è il sole, sono le 4.30 del mattino.



Il soprano, una delle poche note positive della nottata.


La colonna sbircia tra le rovine, in 2500 anni di storia ne avrà viste di migliori...



Magno gaudio


Aurora